Una “piccola Betlemme” nel centro di Isernia.
Mentre tutta la città è illuminata dai colori (e dai frastuoni) del Natale, basta spostarsi di cento metri alle spalle della chiesa del Sacro Cuore e del Convento per tornare indietro nel tempo ed immergersi in una atmosfera diversa.
E’ il “presepe vivente” che, nato nel 2008 da una idea dell’allora guardiano fra’ Maurizio Placentino, e giunto nel 2013 alla sua sesta edizione, rappresenta ogni anno, nei giorni 26, 27 e 28 dicembre, sempre una novità per il capoluogo pentro che, nella sua storia, non ha mai ospitato una simile rappresentazione che non è solo finzione scenica, ma è soprattutto un momento di riflessione.
Luci soffuse e musiche accattivanti portano la mente ad un salto temporale di più di duemila anni fa, con una tappa obbligatoria nell’anno 1223: così il pensiero, inevitabilmente, va a quella notte magica dove “tutto” ebbe inizio, così ben riprodotta per la prima volta in un paesello al confine tra Lazio e Umbria, Greccio, da Francesco d’Assisi.
Il percorso, che si snoda tra la Chiesa, il Convento e l’annesso giardino, posti nella centralissima Piazza Veneziale (con ingresso in via Piave, lateralmente alla Chiesa), ha, naturalmente, nella grotta della Natività, posta nella cripta della Chiesa, il fulcro di tutta la rappresentazione nella quale non mancano in ogni edizione segni “caratterizzanti” la cultura e la tradizione della città di Isernia.
Negli ultimi anni il Presepe Vivente ha ospitato più di 3000 presenze, provenienti anche da fuori regione.