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#iorestoinconvento … ma connesso con la mia Parrocchia

Cari parrocchiani del “Sacro Cuore”,

che spero siate nelle vostre case o che siete fuori Isernia per lavoro o studio, in Italia ed all’estero, a voi il mio/nostro, inteso dei frati della mia fraternità cappuccina, saluto francescano di “Pace e Bene”.

Siamo all’interno della Quaresima, che abbiamo iniziato con tutti i migliori auspici, ma che il corso degli eventi ha cambiato leggermente.

Tutti noi, nessuno escluso, avevamo preparato il nostro programma penitenziale, giocando come sempre, un po’ al risparmio: “toglierò il dolce, la frutta, aggiungendo il non fumerò, non berrò, reciterò non so quanti rosari, farò, farò, farò… ma i buoni propositi c’erano tutti, e nati dall’intimo del nostro cuore.

Ma in questo tempo di Quaresima è “entrato a gamba tesa”, come si usa dire nel gergo calcistico, il “coronavirus” e, di conseguenza, le opportune misure restrittive adottate dall’autorità pubblica per evitare la diffusione del contagio; misure che hanno coinvolto, oltre tutte le aggregazioni, tutte le comunità cristiane con le celebrazioni. Dalla messa, al Rosario, alle Via Crucis, alle Quarantore, alla Lectio Divina, cioè tutti quei momenti che ci radunano come credenti e come fedeli.

Il risultato quale è stato? Abbiamo dovuto, per certi versi, fare penitenze, gesti penitenziali che non avevamo messo in conto: fermarci, uscire il minimo possibile, evitare ogni tipo di incontro, chiuderci nelle nostre case.

Era prevedibile che questa situazione avrebbe messo in moto dei processi istintivi: paure, cattive interpretazioni, sospetti. Ascoltando i mezzi di comunicazione, le tv, le radio, i tanti “saggi” che hanno esposto i loro pensieri e le tante ipotesi di biologia, di medicina, di economia e chi più ne ha ne metta, si è visto subito che non si è smarrita la moda, o meglio lo sport più antico, cioè quello di andare a “cercare il colpevole”: dalla Cina, agli Stati Uniti, dai banchieri, a chissà quale esperimento, e non è mancato chi ha messo nella lista  dei colpevoli o dei cattivi il buon Dio, la Chiesa, il Papa, i Vescovi, i sacerdoti, tutti troppo compiacenti con il potere laico, come se i nostri governanti avessero preso la bustarella dai mancati ritrovi di preghiera o dallo scrivere questa o quell’articolo di legge.

Ma quanti hanno pensato che questi giorni, così ricchi della Quaresima, anche se pieni di sofferenza e dolore per le tante vittime e le gravi sofferenze di tanti altri, sono per tutti l’occasione di scendere nel profondo di noi stessi, in quello spazio “sacro”, “unico ed impenetrabile” che si chiama “coscienza”, luogo dove si gioca la verità della nostra vita? Non ci sono più scuse, adesso il tempo c’è …!

Carissimi, dall’interno della mia stanza o della cappella conventuale, dall’interno della chiesa “vuota”, quando mi capita di andarla ad aprire o a chiudere, vi confesso che quotidianamente mi passano in rassegna vostri volti. Conosco i posti dove vi sedete quando ci riuniamo per la preghiera, mi passano in mente i vostri volti, da quelli dei piccoli, a quelli dei più anziani, mi ricordo le vostre richieste di preghiera, i ricordi dei vostri defunti. Vi assicuro che prego perché stiate bene voi e i vostri cari.

Con quanta sofferenza ho dovuto vivere le recenti Quarantore. Doveva essere un bel momento di famiglia dinanzi all’Eucarestia ed in pochi ci siamo dovuti “guardare a vista”, distanziati di qua e di là nel sacro edificio. L’8 marzo scorso ho potuto fare 2 di 6 battesimi, rimandando a data da destinare gli altri. Eravamo pronti per altre iniziative e ci siamo dati appuntamento con le Tv cattoliche, in primis con Padre Pio Tv e Vatican News con le messe mattutine di Papa Francesco da Santa Marta. Domenica scorsa ci siam dovuti accontentare di partecipare alla messa televisiva e fare la comunione spirituale. Abbiamo dovuto sospendere ogni attività, con i più piccoli e con le persone adulte, con i gruppi e con i movimenti laicali.

“Fino a quando?” mi ha chiesto qualcuno. “Riuscirò a battezzare il mio bambino a Pasqua, riusciremo a sposarci, e le prime comunioni? Padre Nazario che ne sarà delle benedizioni delle case?” Tutto è nelle mani di Dio e della nostra capacità di collaborare con le indicazioni del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e del nostro sindaco Dr. d’Apollonio che saluto con rispetto ed amicizia.

Concludo dicendo una cosa: il tempo, il cosiddetto “nostro” tempo appartiene a Dio, sforziamoci di fare la sua volontà, non perdiamo la fiducia in Lui, continuiamo a pregare e a farlo con sapienza. Affidiamoci alla sua Provvidenza e Dio sarà generoso con tutti. Preghiamo gli uni per gli altri. E facciamo tesoro di questo tempo. E, come ci ha detto il presidente Conte, dopo che avremo vinto questa battaglia, avremo più gioia nel vederci e nell’abbracciarci. Lo faremo con la gioia della Pasqua, con le vesti “trasfigurate” intravviste nella liturgia di qualche domenica fa.

In questo giorno così solenne di San Giuseppe auguro buona festa ai papà, buon onomastico ai Giuseppe ed alle Giuseppine.

Vi abbraccio tutti ed ognuno, vi presento tutti a Dio Padre nella mia preghiera personale.

Vi benedico tutti, e voi beneditemi.

Vi porto il saluto dei miei confratelli cappuccini.

Fr. Nazario, il vostro parroco

 

Isernia, 19 marzo 2020

Solennità di San Giuseppe  

          

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