Il tempo è un dono. Fin dal principio sono gli interventi di Dio a ordinare il tempo, a scandirne il ritmo e a determinarne la qualità. La sua trama misteriosa è l’amore. Il tempo può essere vissuto come grazia liberante perché amorevolmente iniziato da una Voce che pone fine al caos e crea un cosmo armonioso, bello e buono (cf. Gen 1).
La sapienza della Chiesa ha predisposto i giorni dell’Avvento come singolare tempo di grazia scandito da figure profetiche, da gesti e parole, che ci consentono di entrare, a poco a poco, nel mistero della salvezza.
Un succedersi di giorni che – con un crescendo di intensità – ci predispongono ad accogliere il Dono, a noi fatto nel tempo, della nascita del Figlio di Dio fatto uomo.
A noi che spesso soffriamo l’inquietudine del tempo o viviamo i nostri giorni assillati dalla mancanza di tempo, è donata la grazia di interrompere i nostri ritmi frenetici e di sostare, di ascoltare e di invocare, di accogliere e ringraziare. Il dono del Verbo, che nella pienezza del tempo si fa carne nel grembo della Vergine Maria (cf. Gal 4,4), crea nel tempo lo spazio per la libertà dell’uomo. È questa la lieta notizia dell’Avvento e del Natale.
L’auspicio è che questo tempo di Avvento possa essere gustato come dono di libertà e di grazia.
+ Stefano Russo
Segretario Generale
della Conferenza Episcopale Italiana